Biografia di Hedy Lamarr: gli esordi, il film Ecstasy, il coniuge Fritz Mandl e l'invenzione del wifi

La diva e il brevetto numero 2.292.387

Nel 1997 venne conferito all’attrice Hedy Lamarr il premio Pioneer Award per aver rivoluzionato il mondo dell’elettronica e della comunicazione. In verità erano passati ben 55 anni da quando, con George Antheil, aveva presentato il progetto del Secret Communication System all’ufficio brevetti. E ormai ottantenne commentò la notizia con un ironico e quanto mai sibillino: “Era ora”.

Hedy Lamarr fu la donna dei primati: attrice a 15 anni, la prima a fare una scena di nudo nella storia del cinema, una delle prime produttrici di Hollywood, “sei sfortunati compagni di matrimonio”, un’invenzione per scopi militari e (si narra) numerosi amanti.

Potremmo a lungo discutere sul concetto di libertà partendo dalle tesi aristoteliche fino a citare Freud e il suo agire in base agli impulsi; tuttavia ciò che caratterizzò la sua vita fu l’incosapevolezza di avere dei limiti, sia personali che sociali, motivo per cui visse alle sue condizioni, amò senza mai preoccuparsi del falso beneplacito del pubblico e non pensò mai di non poter fare una cosa solo perché donna. 

 

Chiamiamo libero colui che esiste per se stesso e non per un altro.

Aristotele

Hedy Lamarr: gli esordi

Hedy Lamarr

“La più bella ragazza del mondo”, come fu definita dal premio Pulitzer George Weller, nacque a Vienna nel 1914 in una famiglia dell’alta borghesia, i Kiesler. Il padre, originario della Polonia, era un ebreo non praticante, direttore di banca, mentre la madre era una pianista convertita al cattolicesimo. Un quadretto familiare classico e profondamente anaffettivo che incise su molte scelte della sua vita, come l’amore spropositato per il cinema, che fu visto da alcuni come una reazione a quel perbenismo stantio o vanagloriosa alternativa alla noia borghese.

A sedici anni, dopo aver seguito un corso di recitazione con Ernst Arndt, ottenne la sua prima parte nel primo film sonoro della Sascha Film Studios, Geld auf der Straße di Georg Jacoby. E l’anno dopo, partecipò come comparsa in Die Blumenfrau von Lindenau dello stesso regista. 

Sempre nel 1931, grazie anche a uno scatto del fotografo Trude Fleischmann, fu selezionata da Max Reinhardt per la commedia teatrale Il sesso debole di Édouard Bourdet, ma dopo la prima tenuta a Vienna si trasferì a Berlino dove incontrò Alexis Granowsky, regista ebreo, direttore del GOSET, il Teatro Nazionale Ebraico di Mosca.

A questo punto la strada del cinema sembrava davvero quella giusta, tanto da rinunciare agli studi di ingegneria. Grazie a Granowsky ebbe infatti un’altra piccola parte nel film Die Koffer des Herrn O.F, da lui stesso diretto, una commedia segnata però da un destino tragico quanto premonitore: fu messo in circolazione solo dopo aver cambiato il titolo in Bauen und Heiraten, ed eliminato tutti i nomi ebrei dai titoli, con il taglio, di conseguenza, di quasi metà delle scene.

Un film mutilato, che non ebbe successo, ma del quale per uno strano caso si salvarono le inquadrature dove lei compariva, probabilmente perché nessuno era a conoscenza delle sue origini.

Ecstasy, ovvero quando Hedy Kiesler diventa un’attrice

Her features were so striking they were said to have inspired Walt Disney’s snow white character created that year.

 

Ma fu il 1932 a rappresentare la vera occasione di Hedwig Kiesler. Gustav Machatý, regista già noto per il precedente Erotikon, la scelse come protagonista del suo film “Ecstasy” e lei accettò, sostenuta da quella incredibile leggerezza dei vent’anni, del tutto incurante della scena di sesso. E dal fatto che sarebbe stata la prima attrice in assoluto a farsi riprendere (quasi) nuda.

Sull’argomento è stato detto tanto, con ritrattazioni della stessa attrice; rimane il fatto che per quegli anni il film fu un vero scandalo. Alla première a Vienna, il 18 febbraio del 1933, fu presentato come “un’erotica rappresentazione di disinibiti impulsi sessuali” e accolto con disappunto e protesta dagli spettatori in sala. L’eco della famosa scena si propagò inarrestabile in tutta Europa e anche al di fuori dei suoi confini. Papa Pio XII lo denunciò, Hitler lo bandì in Germania e l’America gli diede una tiratura limitata solo anni dopo. 

Hedwig era diventata un’attrice famosa.

E con la fama arrivò l’amore. Conobbe Fritz Mandl, il “mercante della morte”, divenuto ricco vendendo armi a entrambi i contendenti nella guerra di Spagna e finanziatore delle milizie fasciste Heimwehr, e lo sposò il 10 agosto 1933

Mandl, però, si rivelò ben presto qualcosa di diverso dall’amore. La sua casa era una prigione dove poter seppellire la Hedwig attrice per far nascere la Hedwig moglie. Ma fuori da quelle finestre, il ricordo dell’attrice continuava a vivere e nell’agosto del 1934, al Festival di Venezia, Ecstasy ricevette gli applausi più lunghi.

A due anni da quel trionfo l’Associazione dei produttori cinematografici austriaci vietò gli ebrei nel cinema. E anche a casa Mandl iniziarono le fughe, fino al 1937, quando Hedwig riuscì a scappare drogando la sua cameriera con sonniferi e usando i suoi vestiti per sfuggire. Prima in Svizzera e dopo a Londra.

Per lei era l’inizio di una nuova vita e lo fu anche per Mandl in un certo senso, quando ottenne l’annullamento del matrimonio per motivi razziali.

 

La nascita di Lamarr

La nuova vita di Hedwig Kiesler aveva un nome: Louis B. Mayer, il capo della Metro Goldwyn Mayer, che aveva conosciuto a Londra. Ma l’inizio non fu dei più promettenti. Le onde d’urto di Ecstasy erano arrivate negli Stati Uniti e la sensualità del film si scontrò con la società americana ben più puritana di quella europea.

Ma Mayer era anche l’ultima carta in suo possesso e salire sul Normandie, il transatlantico che nel settembre 1937 avrebbe riportato il produttore in America, era l’unica possibilità per ritornare sullo schermo e per allontanarsi da quell’inquietante scure che stava abbattendosi in Europa.

Ottenne un contratto di sette anni a $ 500 a settimana e accettò di cambiare nome da Hedwig Kiesler a Hedy Lamarr, in onore della famosa star del cinema muto, Barbara La Marr, morta a trent’anni per una forma di tubercolosi all’apice della sua carriera.

Probabilmente fu molto ironico da parte di Meyer proporre il cognome d’arte di un’attrice morta solo 10 anni prima, ma d’altro canto fu il modo più semplice per far dimenticare al pubblico americano il passato di Hedy proponendo nell’immaginario collettivo il ricordo di un’attrice americana molto amata.

Il suo percorso, però, non fu altrettanto luminoso o lineare. 

Fu una montagna russa tra successi e fiaschi al botteghino, in parte dovuti al fatto che Hollywood la volle intrappolare in personaggi che dovevano riproporre il fascino femminile della vecchia Europa in contrapposizione all’emancipazione della donna americana degli anni Trenta.

E suo malgrado lei stessa divenne la testimone di un’uguaglianza impossibile. In poco tempo, la sua bellezza fu la sua nuova prigione in America. Una prigione con un perimetro molto labile, pronto a cambiare in base alle notizie che giungevano dall’Europa.

Nel 1940, infatti, la Metro Goldwyn Mayer corse subito ai ripari e fece di tutto per non farla apparire nelle nuove produzioni  “troppo straniera” o lontana dalla tipica donna americana, perché dopo tutto per molti lei proveniva dallo stesso paese di Hitler.

Hedy Lamarr

Hedy Lamarr: la scienziata del Code Division Multiple Access

Inventions are easy for me to do. I don’t have to work on ideas. They come naturally.

 

E l’ombra del nazismo, come una nube nera che invade ogni luogo, era ormai ovunque. La comunità austriaca di Hollywood si unì per capire come dare il suo aiuto. Così anche Hedy Lamarr, consapevole di avere un ruolo in questa Storia, fece quello che sapeva fare meglio: avere un’idea utilizzando tutti i discorsi sentiti a casa sua quando era ancora la signora Mandl.

E se sullo schermo era l’ideale di donna dal fascino misterioso, Hedwig Kiesler con i suoi studi in ingegneria era già a tutti gli effetti l’emblema dell’emancipazione femminile.  

Molti a Hollywood erano a conoscenza del suo talento, incluso l’eccentrico inventore dell’aviazione Howard Hughes, che non solo le fornì tutti i materiali per realizzare le sue idee, ma arrivò anche a dipendere da queste: ad esempio, lo aiutò a trovare un modo per far volare i suoi aerei più velocemente, suggerendo di cambiare le forme delle ali per ridurre la resistenza. 

Eppure quando Hedy Lamarr cercò di unirsi al National Inventors Council di Washington, un’organizzazione governativa creata nel 1940 per aiutare a portare potenziali invenzioni militari all’attenzione delle forze armate statunitensi, le fu consigliato di usare il suo aspetto per aiutare a vendere titoli di guerra e a intrattenere le truppe. 

 

My face has been my misfortune…It has brought me tragedy and heartache for five decades. My face is a mask I cannot remove: I must always live with it. I curse it.

 

Lungi dal seguire il consiglio, Hedy Lamarr aveva tutta l’intenzione di sfruttare le informazioni in suo possesso per mettere in piedi un sistema per bloccare i segnali radio, ma questo fu realmente possibile solo quando incontrò George Antheil, compositore d’avanguardia. Antheil intervenne sul progetto, proponendo anche una versione tecnologica della banda perforata che si usava nella pianola meccanica, per permettere una rapida variazione di frequenza (nella fattispecie 88 frequenze, come i tasti del pianoforte) in seguito denominata frequency-hopping spread spectrum.

Nel giugno 1941, Hedy e George presentarono il progetto del Secret Communication System all’approvazione dell’ufficio brevetti. E cinque mesi più tardi, il 7 dicembre, il Giappone attaccò Pearl Harbor, distruggendo buona parte della flotta americana e convincendo di fatto gli Stati Uniti a entrare in guerra contro le potenze dell’Asse.

Malgrado le fu concesso il brevetto numero 2.292.387, l’11 agosto del ’42, sembrava però che nessuno fosse interessato a un dispositivo bellico inventato da una diva del cinema, per di più austriaca, e da un vecchio compositore in declino. Così cadde nel dimenticatoio.

Fu presentato un secondo progetto, ma anche quello non destò interesse, perché il problema non era l’idea, ma il sesso dell’inventore. 

Non le rimase altro che partecipare alla campagna federale per la vendita delle obbligazioni di guerra, diventando una delle principali attrazioni del tour “Stars over America”, durante il quale vendette titoli per 25.000.000 di dollari.

Hedy Lamarr e l’invenzione del wifi

 

Nel 1947 decise di chiedere a Mayer di sciogliere il contratto e fondò la sua casa di produzione, la Mars Productions Inc. La sua ultima apparizione cinematografica fu nel ’58, ma la sua corsa sulle quelle montagne russe proseguì.

Era regolarmente sui tabloid per i suoi tanti divorzi o per le accuse di taccheggio o per la sua autobiografia “Ecstasy and Me”, in cui furono descritti tutti i dettagli spaventosi della sua vita sessuale e, non per ultimo, per sviluppato una paralizzante tossicodipendenza da anfetamine, aiutata dal famigerato Dr. Feelgood.

Negli ultimi anni Hedy Lamarr era anche diventata dipendente dalla chirurgia plastica, diventando spesso oggetto di critica e di derisione. Pochi però sanno che in realtà nel corso degli anni diede validi suggerimenti ai suoi chirurghi per migliorare le loro tecniche, e molti di quelli oggi fanno parte della prassi normale.

L’attrice dalla straordinaria bellezza e dalla formidabile mente dovette aspettare fino al 1962 per vedere il Secret Communication System usato (con il nome di CDMA, Code Division Multiple Access) come sistema di comunicazione a bordo di tutte le navi impegnate nel blocco di Cuba. Il suo brevetto – ironia della sorte – era scaduto da tre anni.

L’idea alla base della sua invenzione trova oggi applicazione non solo nella crittografia o per scopi militari, ma anche nella telefonia mobile e nei sistemi informatici wireless

Dalla Lockheed all’Electronic Frontier Foundation, dall’Inventors Club of America alla medaglia Kaplan, la più prestigiosa onorificenza austriaca per un inventore, ricevuta nell’ottobre 1998, tutti hanno dovuto riconoscere il grande impegno e contributo di questa incredibile diva.

In suo onore, il 9 novembre (data del suo compleanno) è stata istituita la Giornata dell’Inventore in Germania, Austria e Svizzera.

 

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