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Fundraising: in che modo il COVID inciderà sulla raccolta fondi?

Abbiamo visto campagne di raccolta fondi più o meno memorabili, come ad esempio quella di Chiara Ferragni e Fedez, che in meno di 24 ore sono riuscite a raggiungere la cifra di 3 milioni di euro, per aiutare il reparto di terapia intensiva dell’ospedale di San Raffaele di Milano. 

Una semplice campagna, che in poche ore si è rivelata una delle più grandi raccolte fondi lanciate in Europa e una tra le sette più importanti campagne al mondo dal 2010 con oltre 160mila donatori da 92 stati. 

Ma al di là di questo esempio eclatante, il settore sta affrontando una vera sfida che porterà a nuove modalità di “relazione”, nuovi parametri e obiettivi. 

Third Sector’s online Fundraising 

In molti ormai si pongono domande come: “Cosa succede se non possono incontrare potenziali donatori? E “sono in grado di raccogliere fondi?”.

«Le raccolte di fondi hanno un ruolo chiave da svolgere per garantire che le organizzazioni benefiche siano in grado di adattarsi ai cambiamenti nella società causati dalla pandemia di coronavirus e oltre», ha affermato Rhodri Davies, head of policy at the Charities Aid Foundation e leader di Giving Thought, durante il primo giorno della Third Sector’s online Fundraising Conference.

E indubbio, però, come lo stesso Davies riporta, che è questo il momento per iniziare a riflettere sul fatto che «le organizzazioni benefiche potrebbero aver bisogno di iniziare a intraprendere nuove attività e concentrarsi su nuovi modelli di donazione, come il crowdfunding, la raccolta fondi peer-to-peer o la raccolta fondi guidata dai sostenitori». 

Molte cose, infatti, sono cambiate, dal modo in cui si incontrano i donatori a quello con cui si richiede loro di aiutare. È fondamentale, ora più che mai, trovare modi creativi per rimanere in contatto con donatori e potenziali donatori, pur avendo compassione, e pur solidarizzando, con chi sta vivendo in prima persona gli effetti drammatici della pandemia.

Fundraising: 5 passi fondamentali per la tua raccolta fondi online

FundraisingGli ultimi tre mesi sono stati caratterizzati dalla separazione fisica, questo ha rallentato in parecchi casi le attività di fundraising e di crowdfunding. Eppure proprio le piattaforme digital, i canali social e le videochiamate potrebbero dare nuovo impulso al settore e ridefinire un nuovo modo di fare campagne di raccolta fondi online. Ecco allora 5 passi da seguire che potrebbero decretare il successo della tua campagna.

1. Condurre uno studio di fattibilità prima di iniziare una campagna fondi. La realizzazione di uno studio di fattibilità completo è un primo passo fondamentale prima di investire tempo e denaro significativi nella campagna di raccolta fondi. Sarà necessario mettere nero su bianco 20 o 30 domande, possibilmente condotte da un’organizzazione esterna per garantire risposte confidenziali e schiette. L’obiettivo del sondaggio è quello di fornire una prospettiva esterna sulla tua organizzazione: la credibilità dell’organizzazione stessa, la direzione del tuo piano e come condurre la campagna.

2. Usare una piattaforma personalizzabile dove far capire chi sei e qual è la mission. Ci sono tantissimi tool gratuiti dedicati alle campagna di raccolta fondi. Pur avendo però un funzionamento semplice e molto facile, il problema è che spesso diventa difficile emergere, e le campagne risultano tuttavia molto simili tra loro. Per questo è meglio scegliere una piattaforma scalabile, con un alto livello di uptime e funzionalità estese; e soprattutto personalizzabile, dove indicare nel dettaglio gli obiettivi che si vuole raggiungere e soprattutto la storia chi sta organizzando la campagna. I donatori, trovando la stessa brand identity e una continuità anche rispetto al sito preesistente, saranno più sicuri nel fare la loro donazione. 

3. Usare la videochiamata per contattare i donatori. Usiamo Zoom (e ad altre tecnologie di videoconferenza) per i nostri check-in mattutini con team di lavoro, per le lezioni di lingua, per fare yoga, ma è molto diverso usarlo per una chiamata con un potenziale donatore. Rispetto alla semplice telefonata, la videocall è un modo per costruire un legame più forte con i donatori: puoi leggere il linguaggio del corpo e capire l’inflessione del tono. Puoi vedere parte della loro casa. Apprendi le loro priorità filantropiche. Questo è un modo perfetto per creare un nuovo rapporto di “fidelizzazione”. Naturalmente, come già accennato in precedenza, in questo momento la prima domanda che dovresti fare al telefono è: “Come stai e come sta la tua famiglia? State tutti bene?”. Sarà questo tipo di relazione che andrà a creare quella connessione “one to one” che significa molto per il donatore, e che sicuramente abbatte le barriere.

4. Non solo fundraising, esprimi le priorità della tua organizzazione. In alcune piattaforma, come ComHub, hai la possibilità di parlare con i tuoi potenziali donatori attraverso sms e email. E questo è fondamentale. È il tipo di rapporto che un sostenitore si aspetta: ovvero capire le motivazioni di fondo, essere coinvolto in un’idea, far comprendere che intraprendere un’azione, come quella del donare, è di estrema importanza. La tua comunicazione, però, dovrà prima cambiare. È necessario essere più sensibili ed empatici riguardo a ciò che le persone potrebbero attraversare; ad ogni modo continuare ad avere un tone of voice incoraggiante e stimolante nel raccontare la storia dell’istituzione e quali sono gli obiettivi.

5. Sfruttare i social e organizzare eventi virtuali. La comunicazione costante è importante; questo non è il momento di stare zitti. Questo è il momento di connettersi con i potenziali donatori. Ci sono molte istituzioni che stanno organizzando eventi o happy hour virtuali per avere un informale “faccia a faccia”. L’Università del Connecticut, invece della mail, ha realizzato delle singolari passeggiate virtuali con importanti donatori per raccogliere fondi per l’Università. Tutte queste nuove esperienze fanno sentire le persone connesse. Soprattutto i social media possono offrire alle istituzioni e alle raccolte fondi un modo per condividere storie e campagne con una varietà di donatori su più canali. Queste storie dovrebbero evidenziare nella strategia di advertising ciò che l’istituzione sta facendo, incluso il modo in cui aiuta la comunità durante la pandemia, lo stato, la nazione e il mondo.

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